Orientamento Umanistico Bioenergetico

L’orientamento Umanistico Bioenergetico è un orientamento di tipo integrato basato sui principi della Psicologia Umanistica e dell’Analisi Bioenergetica.

Si attribuisce pari valore alle componenti biologiche, psicologiche e sociali, vedendo l’essere umano nella propria totalità ed unicità (mente – corpo – spirito).

Il terapeuta con tale orientamento favorisce un’atmosfera di empatia ed accettazione comprensiva, instaurando un clima rassicurante nel quale poter sviluppare il percorso terapeutico.

Si mette al centro l’esperienza della persona, le sue emozioni, ciò che sente e vive, agevolando il processo di autorealizzazione e favorendo le risorse necessarie per affrontare i problemi e le difficoltà.

Il terapeuta assume un atteggiamento attivo e lavorando sul presente, qui ed ora, accompagna la persona a stabilire liberamente i propri obiettivi, a trovare le proprie risorse e consolidare la fiducia nelle proprie capacità al fine di esprimere al massimo le proprie potenzialità e ristabilire il proprio benessere.

Il tipo di atmosfera empatica in cui si sviluppa il percorso terapeutico favorisce, laddove è possibile, l’utilizzo delle tecniche Bioenergetiche permettendo una terapia che associa il lavoro sul corpo con quello della mente. Utilizzando tecniche che intervengono sia sul piano verbale che quello corporeo si rende molto più efficace il contatto con se stessi, con il proprio vissuto corporeo, le nostre sensazioni ed emozioni, obiettivi considerati basilari per tale orientamento.

LA PSICOLOGIA UMANISTICA

 

Praticare la psicoterapia non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé; si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale, e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti.”

Carl Rogers

 

La Psicologia Umanistica nasce negli Stati Uniti nel 1962 con la fondazione, guidata dallo psicologo Abraham Maslow, della American Association for Humanistic Psychology (AAHP), la quale si pone l’obiettivo di “studiare le dinamiche emozionali e le caratteristiche comportamentali di un’esistenza umana piena e vitale”(De Marchi, 2006). 

G.W. Allport, A. Maslow, C. Rogers e R. May sono gli autori che maggiormente contribuiscono a divulgare la Psicologia Umanistica, la quale diviene il terreno fertile su cui nascono ed emergono diversi orientamenti come la Terapia Incentrata sulla Persona di Rogers, la psicoterapia della Gestalt di Perls, la Bioenergetica di Lowen, la Psicosintesi di Assaggioli, lo Psicodramma di Moreno ecc.. Nonostante la metodologia differente, esse poggiano sull’idea comune che nel processo terapeutico si debba privilegiare l’emozione e l’esperienza rispetto al concetto ed alla teorizzazione (De Marchi, 2006).

La Psicologia Umanistica vede l’essere umano nella sua totalità, mente-corpo e spirito, come un organismo che agisce all’interno di un sistema complesso di relazioni con il mondo al fine di autorealizzarsi. Essa sostiene che per comprendere l’uomo occorre porre attenzione sul fatto che la persona sente, vive, sperimenta e sui significati che per essa assume. Essa non nega l’esistenza di determinati meccanismi psichici, afferma soltanto che essi acquistano un senso solo se inseriti all’interno del vissuto stesso della persona. La psicologia Umanistica ritiene che la natura dell’uomo ha una tendenza a sviluppare tutte quelle capacità utili a mantenere, autoregolare ed autorealizzare l’organismo e che molto spesso è soffocata da schemi stereotipati di vita.

L’uomo è un soggetto attivo nel processo di autorealizzazione: momento per momento l’individuo dispone di un ventaglio di informazioni fra cui poter scegliere, creando un ponte fra il suo comportamento e l’esperienza cosciente. Si sottolinea quindi la differenza fra “sono costretto” e “scelgo”.

In campo psicoterapico la psicologia Umanistica apporta molti cambiamenti, in particolar modo nella relazione fra terapeuta e paziente. Il terapeuta adotta un nuovo modo di rapportarsi al “cliente”.

L’esperienza del cliente è posta al centro senza nessuna precondizione. Si dà fiducia alla capacità della persona di vivere la propria vita ed affrontare i propri problemi contando sulle proprie risorse; l’uomo è quindi visto come persona nella sua totalità che opera delle scelte, dalle quali non si può sottrarre, di cui ne risponde personalmente stabilendo liberamente i propri obiettivi.

L’intensità e la qualità del rapporto diventa in questa visione basilare al fine di permettere alle persone e di conseguenza anche ai gruppi di comunicare efficacemente, di svilupparsi, evolversi, risolvere i problemi, esprimere al massimo le proprie potenzialità e crescere.

Secondo il suo pensiero il terapeuta ha capacità di empatia, un atteggiamento di accettazione incondizionata ed attivo che si sviluppa nel presente, nel qui ed ora.

La Psicologia Umanistica Contribuisce alla diffusione della dimensione gruppale dell’attività psicoterapica sia come psicoterapia di gruppo che attraverso i gruppi esperienziali d’incontro. Le innovazioni apportate dall’approccio umanistico al lavoro di gruppo si possono estendere anche ad altri campi trovando spazio nel mondo aziendale, sportivo e nei conflitti interculturali (De Marchi L., 2006).

L’APPROCCIO BIOENERGETICO

 

Noi siamo il nostro corpo,
più siamo in contatto con questo,
più siamo in contatto con noi stessi.”

Alexander Lowen

 

 

Il primo psicologo a tentare la strada di un approccio di tipo corporeo è Freud stesso. Negli stessi anni, George Groddeck, medico, fisioterapista e psicoanalista tedesco, afferma che “l’inconscio non conosce la separazione tra corpo ed anima; a seconda dei suoi fini l’Es si serve una volta del corpo e una volta dell’anima”.

Alexander Lowen sviluppando l’opera di Wilhelm Reich dà origine a quella che oggi conosciamo come Analisi Bioenergetica. Egli nel 1940 viene affascinato dalla figura di Reich tanto da intraprende con lui un percorso di analisi e successivamente una collaborazione lavorativa che dura fino al 1952.

Lowen sostiene che l’intervento terapeutico dove partire dal corpo e quindi dall’energia; la nostra civiltà ci spinge a reprimere, inibire e non esprimere le nostre tensioni, impariamo a verbalizzarle e razionalizzarle a discapito del nostro corpo e dei nostri affetti. Questo porta a tensioni muscolari che possono divenire croniche ed inibiscono le espressioni dei sentimenti. La Bioenergetica, attraverso gli esercizi volti a liberare e sciogliere le tensioni muscolari, ci aiuta a liberare i blocchi energetici per ristabilirne l’equilibrio del flusso, mettendo in contatto la persona con il proprio vissuto corporeo e quindi con se stessa.

Queste tensioni, secondo l’autore, risalgono a tensioni non espresse nell’infanzia, a diritti negati. Egli ritiene che le interferenze con il processo di crescita possano determinare problemi caratteriali patologici e che ciò potrebbe essere evitato se la nostra cultura fosse in linea con lo sviluppo del bambino.

Secondo il suo pensiero, attraverso la lettura del corpo con i suoi atteggiamenti particolari, le sue posture, le sue tensioni ecc. possiamo vedere espressa la storia dell’esperienza passata dell’individuo con ciò che ha limitato la propria spontanea modalità espressiva. Egli descrive quindi cinque caratteri fondamentali caratterizzati da diritti/bisogni negati (Lo Iacono, 2008):

  • Carattere masochista
  • Carattere schizoide
  • Carattere orale
  • Carattere psicopatico
  • Carattere rigido

 

Lo Iacono ,A. e Sonnino, R., “Respirando le emozioni”, Armando editore, 2008.

Lowen A.,(1975), “Bioenergetica”, Saggi Universale Economica Feltrinelli, gennaio 2012.